È il progetto della cordata DNG Spa, Zuanier Associati e Glass Architettura Urbanistica, il vincitore del bando per il social housing in via Pertini promosso dall’Immobiliare Veneziana Srl, la società partecipata al 97% dal Comune di Venezia che si occupa di recupero urbano.
La commissione, presieduta da Luca Molinari (docente di Teoria della
Progettazione architettonica alla Facoltà di Architettura della II
Università di Napoli e membro del comitato scientifico della Triennale
di Milano) e composta anche da Antonio Gatto (presidente dell’Ordine
degli Architetti di Venezia), e da Giuliano Marella, docente di
Valutazione dei progetti alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di
Padova, ha premiato – tra i cinque in concorso - il progetto che meglio
rispondeva ai criteri di qualità stabiliti dal bando: l’integrazione
con il verde, la composizione dei volumi, i livelli di finitura dei
materiali, le soluzioni tecnologiche, il risparmio energetico. A
vincere è lo stesso sodalizio che si è già aggiudicato l’incarico per
la riqualificazione dell’area dell’ex Umberto I di Mestre.
«La chiusura del bando di via Pertini – commenta il presidente di IVe,
Ezio Micelli – segna per Venezia e per la sua terraferma un segno di
discontinuità con il passato: si tratta di una rottura rispetto a
schemi insediativi che hanno prodotto periferie senza qualità. Mentre
in Italia è aperto il dibattito sul social housing, noi siamo già un
laboratorio in attività, con un progetto - questo di via Pertini -
approvato e un secondo – quello di via Asseggiano – già lanciato».
Gli appartamenti previsti dal progetto vincitore sono 159, un terzo dei
quali (52 per la precisione, quelli del blocco al confine con l’area
dell’istituto tecnico) verranno ceduti ad IVe per l’immissione sul
mercato del canone calmierato.
«La richiesta del bando – spiegano gli architetti Fabio D’Agnano e
Andrés Holguín, dello studio Glass – era di 4170 mq: con il nostro
progetto riusciamo a cedere all’Immobiliare Veneziana il 6,5% in più
(pari a 270 mq), per una superficie complessiva di 4440 mq».
IVe in questo modo potrà immettere sul mercato queste case a canone
calmierato – cioè con un affitto intermedio tra i valori di mercato e i
canoni sociali – per venire incontro alle esigenze di una fascia di
popolazione, sempre più ampia, che guadagna abbastanza per non poter
accedere al mercato dell’edilizia economico-popolare, ma che ha sempre
più difficoltà a confrontarsi con i prezzi del libero mercato.
Per quanto riguarda l’aspetto complessivo, il progetto prevede tre
lotti, un grande parco di ricucitura con il rione Pertini, un sistema
del verde che penetra tra gli edificati come dita di una mano che vanno
a toccare il canale. La piazza lambisce la riva del canale, creando uno
spazio intimo, raccolto, lungo l’acqua.
Le facciate sono caratterizzate da un’alternanza di spazi chiusi e
aperti, logge, terrazze. Grande cura agli accorgimenti per il comfort
termico (con strutture frangisole sulle facciate ovest, adozione di
pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria,
adozione di pannelli solari fotovoltaici per la produzione di energia
elettrica).
Quattro le tipologie di alloggi: miniappartamenti da 45 mq, midi (due
camere e un bagno, per una superficie di circa 62 mq), medi (2 camere e
2 bagni, superficie 69 mq) e grandi (3 camere e due bagni, 90 mq).
Grande soddisfazione, per l’assessore alle politiche abitative del
Comune di Venezia Mara Rumiz. «Finalmente entriamo nella fase attuativa
del programma di social housing, ed è tanto più importante visto che
coincide con un momento di particolare disagio abitativo nella nostra
città. Quella di via Pertini è solo la prima risposta, cui si
aggiungeranno a breve quelle di via Asseggiano, di via Mattuglie e
delle altre aree di cui si sta occupando l’Immobiliare Veneziana».
«È stata un’esperienza molto innovativa – commenta il presidente della
commissione, Luca Molinari – perché si tratta di uno dei primi modelli
di concorso, se non del primo in Italia, che tiene conto in percentuale
così alta della qualità del progetto come “motore di ricerca” nella
selezione del vincitore. Ed è stato anche un esempio di bando dinamico,
che guarda all’attualità e alle esigenze di una fascia della
popolazione (il cosiddetto ceto medio) che sta crescendo e che fatica a
confrontarsi con il mercato immobiliare».
«I progetti erano tutti di qualità – aggiunge Antonio Gatto – in
particolare quello che ha vinto: penso che un’esperienza del genere
lascerà un segno sul territorio. Non credo che questo risultato sia
frutto del caso: si sono incontrati infatti la capacità professionale
di chi ha steso i progetti e una committenza illuminata che ha saputo
produrre un bando di qualità, i cui benefici ricadranno sul territorio».
Venezia, 3 novembre 2008